Come ridurre la progressione e le recidive di malattia
nei tumori superficiali della vescica
di alto grado (Ta/T1 G3, CIS) multifocali
con la metodica PDD?



Il cancro della vescica (CaV) è per frequenza il 4° tumore maligno nell’uomo e l’8° nella donna.
In generale il CaV si divide in due forme:

1)
CaV superficiale, confinato alla mucosa o sottomucosa;

2)
CaV infiltrante che invade la parete muscolare.

L’ 80% dei tumori della vescica vengono diagnosticati nella forma superficiale purtroppo una percentuale elevata si trasforma nella forma infiltrante.

Il CaV superficiale può essere trattato in maniera conservativa con tecnica endoscopica non invasiva TURV (resezione transuretrale della vescica), quello infiltrante richiede obbligatoriamente un trattamento aggressivo-demolitivo, la cistectomia radicale, che comporta l’asportazione in blocco della vescica, del grasso perivescicale, della prostata e delle vescicole seminali, dei linfonodi loco-regionali.
La cistectomia radicale prevede il confezionamento di derivazioni urinarie che possono essere interne o esterne, continenti o incontinenti, il tutto con importanti ripercussioni sulla qualità di vita del paziente ed un pesanti ricadute economiche sul SSN.
Tutto ciò rende di fondamentale importanza la diagnosi precoce al fine di poter attuare un chirurgia endoscopica conservativa salvando l’integrità vescicale.
 


In cosa consiste la cistoscopia fotodinamica PDD?


La cistoscopia a fluorescenza o fotodinamica (Photo Dynamic Diagnostics - PDD) è una tecnica di indagine endoscopica che migliora del 40% il rilevamento di lesioni tumorali vescicali rispetto alla tecnica tradizionale a luce fredda.
Il razionale della metodica consiste nel migliorare il contrasto visivo tra le cellule benigne e maligne sfruttando l’interazione tra una luce specifica (illuminazione della vescica con luce blu) e una sostanza fotosensibile dotata di forte affinità per le cellule tumorali.

La tecnica prevede l’instillazione in vescica di una sostanza fotosensibile (ac. esaminolevulonico – Hevxix) mediante cateterizzazione.
Tale sostanza, iniettata in vescica un’ora prima dell’esame, induce un accumulo intracellulare elettivo di porfirine fotosensibili (PAP) ed in particolare di protoporfirina IX (PpIX) nelle cellule maligne di origine uroteliale a differenza delle cellule benigne.
In seguito ad illuminazione con luce blu le cellule neoplastiche emettono una fluorescenza rossa che consente la visualizzazione selettiva del tumore.
 





Quando e come va utilizzata la cistoscopia fotodinamica PDD?

La PDD si è dimostrata di enorme efficacia nella stadiazione e successivo trattamento endoscopico conservativo dei tumori di alto grado superficiali (CIS, Ta, T1) della vescica tanto da essere validata nelle Linee Guida della Società Europea di Urologia EAU 2005 e 2006 sulla Diagnosi e Trattamento del CIS e del cancro vescicale TaT1.
Per il suo costo elevato l’utilizzo della PDD va limitato a pazienti selezionati con tumore vescicale superficiale ad alto rischio di progressione (G2, G3, CIS, multifocale con veloce tendenza alla recidiva).
La metodica viene utilizzata direttamente in sala consentendo l’immediato trattamento delle lesioni evidenziate con l’obiettivo di allargare la resezione vescicale (TURV) a tutte le localizzazioni tumorali non evidenti con le tradizionali tecniche endoscopiche aumentando la radicalità della TURV con i seguenti evidenti vantaggi:

aumentare il numero di guarigioni;
ridurre il numero di re TURV;
contenere il numero di pazienti da sottoporre a cistectomia radicale;
ridurre o eliminare il numero di instillazioni endovescicali con BCG, Mitomicina e farmaci simili attualmente unico strumento per limitare l’insorgenza di recidive locali di malattia.

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